Questo non è il solito libro di storia. Non è neanche un libro-inchiesta sugli anni di piombo, affetto dalla biasimante retorica sulla violenza e sul terrorismo, appannato da dietrologie e complottismi. Questa è una rassegna cronachistica di un decennio maledetto, in cui i grandi avvenimenti si intrecciano con le storie meno note, ma non per questo meno utili per capire la complessità di un’epoca che ha cambiato il volto nostro Paese. C’è l’Italia della contestazione, di Valle Giulia, dell’autunno caldo, di piazza Fontana, delle tensioni sociali nelle fabbriche, l’Italia delle Br e dei Nar, l’Italia al tritolo del terrorismo, ma c’è anche l’Italia poliziottesca di Maurizio Merli, l’Italia che rimane di stucco di fronte alle scene di nudo di Edwige Fenech, l’Italia che ascolta gli Squallor e quella di una gioventù bruciata dall’eroina, l’Italia di Gianni Rivera e del mondo ultras. Un’Italia nazional-popolare, cronologicamente vicina, eppure antropologicamente lontanissima, forse impossibile da giudicare lucidamente, ma che merita di essere compresa.
È possibile raccontare gli anni Settanta senza ridurre la complessità di quel decennio infuocato alla sola denominazione di anni di piombo? È questo il problema con il quale si sono cimentati gli autori di Maledetti ’70, che hanno dato retta al motto di Ralph Waldo Emerson – “non esiste propriamente storia, ma solo biografia” – e si sono immersi nella ricerca di quei piccoli, grandi protagonisti di quel tempo: da “Agostino O’ Pazzo”, giovane Masaniello che sfida le forze dell’ordine tra i vicoli di Napoli a bordo di una Gilera 125 truccata, ad Angelo Gallo, lo sconosciuto democristiano calabrese che osa tirare le orecchie al presidente del Senato Amintore Fanfani per il suo disimpegno verso il Sud. Da Ralph Minichiello, il marine italo-americano reduce del Vietnam che, a causa di un inspiegabile ammanco di 200 dollari sul suo conto, decide di dirottare un Boeing per rientrare in Italia fino a Carlo Rivolta promettente giornalista di «Repubblica» e «Lotta Continua» morto di overdose nei primi anni Ottanta. Pur non mancando, sullo sfondo, le vicende paradigmatiche dell’epoca – la violenza politica, la strategia della tensione, le ingerenze straniere – sono questi protagonisti e i loro aneddoti a immergere il lettore nell’atmosfera e nella mentalità degli anni Settanta, anni maledetti e turbolenti, eppure terribilmente affascinanti.