1905. Pàrten’ e bastiment’ pe’ terr’ assai luntane. L’eco della struggente melodia accompagnava Sepp sul piroscafo, stipato sotto coperta con tanti compagni di viaggio, in classe economica: l’unica consentita ai poveri migranti ricchi solo di speranze e di aspettative.
Basato su fatti realmente accaduti, Sepp è un romanzo storico che si svolge nei primi anni del Novecento, in quel vivace contesto di fermenti sociali che hanno caratterizzato la vita dei contadini del Sud e, nello specifico, quelli di un borgo dell’Appennino dauno, Sant’Agata di Puglia. Il protagonista è un giovane sanguigno e idealista, ingenuo e realista a un tempo; innamorato della vita, fiducioso nel riscatto della povera umile gente. Un contadino carismatico e generoso, emblema della formica di Puglia, di quel laborioso e ingegnoso popolo descritto magistralmente da Tommaso Fiore. Dalle rivolte contadine nel borgo natio, all’esilio americano, dagli amori giovanili alle terribili trincee della Grande Guerra, nella vita di Sepp si riflettono le tragedie e le glorie di un’epoca, gli affetti e le angosce di una generazione sullo sfondo dei grandi accadimenti storici. Con una prosa bucolica ma non smielata, elaborata ma non pesante, colorata da un uso parsimonioso ma necessario del dialetto pugliese che subentra musicalmente senza interferire nel ritmo, Carrillo ha contribuito con un nuovo tassello ad arricchire la storia del Primo Novecento italiano. Ci ha fornito l’ulteriore testimonianza letteraria di una generazione animata da nobili ideali, che ha fatto l’Italia, e che per l’Italia ha dato la vita.