Nasce nel 1962 a Milano, città di cui ha amato difendere anche i luoghi comuni. Tommaso Labranca dagli anni Ottanta trascorre la sua esistenza a Pantigliate, nella periferia sud meneghina – luogo da cui abdica alla vita nel 2016 –, focale punto d’osservazione antropologica. Autore televisivo, editore, produttore musicale, traduttore dal tedesco, fu essenzialmente un cecchino dell’effimero, un voyeur del pecoreccio. Acceso cultore della Mittleuropa primonovecentesca, detestava il buonismo e le cene özpetekiane, amava i Martini cocktail e i party in stile Bauhaus organizzati fra i trenta metri quadri del suo appartamento. Più che alle mostre, era solito peregrinare, in estatica solitudine, nei corridoi degli hard-discount dell’iperperiferia milanese, affascinato dai sottoprodotti in esposizione.